Pagina:Giannone - Istoria civile del regno di Napoli, 1770, Vol.5.djvu/197

Da Wikisource.

DEL REGNO DI NAPOLI. Lib. XXXlV.Cap.7. 185; l)ito che il il Principe successore giunga all'età di quattordici anni, si abbia come maggiore, e che per sé medesimo possa ammini- * strare il Regno. Due anni dapoi, trovandosi nel Monastero di S. Lorenzo, ordinò un codicillo, nel quale confermando il testamento prima fatto, fra le altre cose raccomandò, che le sue ragioni fopra il -Regno di Navarra, e sopra Finale occupato da lui non guari innanzi nel Genovesato, si rivedessero o esattamente da uomini probi e periti, e trovatele forse di poco momento _, affine di quietarsi la sua coscienza, si pensasse all’emenda. Nel medefimo codi■cilio fu deflinata Gregoria Mafìlmiliana figliuola di Carlo Arciduca d’Aufciia per moglie a Filippo erede 5 ma quella efiendo morta dopo pattuite le nozze ^ fu ia forella Margherita alfiinta in Tuo luogo. Parimente fu deflinata l’Infanta Ifabelìa per moglie.ad Alberto d*Auflria, afilgnandofele per dote la Fiandra. Narra il Prefidente Tuano (a), che oltre di quello codici^I- if) ’^"^*" Io fi parlava ancora d’avere egli lafciati alcuni fecreti precetti ^’^,^’ 5°*,j; =€ ammonizioni trafcritte da molte note, le quali ordinò j>€Ì me- 83/." "*.defimo codicillo doverfi abbruciare dopo la fua morte. ìnfva;gli altri ingenuamente confefiava aver egli inutilnieijte confumati.più milioiii j uè altro averne ritratto che il foio Regno ài Portogallo, il quale reputava colla medefima facilità poreifi perdere, colla quale fu perduta la fperanza concepita deli’ acquillo del Regno di Francia. Perciò ammoniva fuo figliuolo, che (1 effe vi,gilante Jiegl’iniereffi de’ vicini Regni, e fecondo le rivoluzioni di quelli prendeiTè configlio: che per ben governare la Spagna attenderle a due cofe, alla civile amminificazione, cc>n tenerfi.ben aiFetii la Nobiltà, e T Ordine Ecclefialiico., ed alla navigazione dell’Indie: proccurafle unione e cor ce rdia co’ Principi vicini, poco Jiìdando ne’ lontani. Imponeva ai primogenito, che ibpra luit’o coitivaiTe amicizia firetta co’ Pontefici Kcmani, folle a quelli riverente, ed in tutte le occailoni fi monrade apnartcchiato a fovvenirgli.. Si conciliaffe l’amore de’Cardijiaìi che dimoravano in Roma, affincliè per mezzo di quelli nel Concifloro j e nel Conclave acqniflafiè autorità.. Si conciliane parimente l’amore de’ Vefcovi della Gev mania, ed avelie penlìero, che te.penfìoni che loro fi fomminiUravano _, non per Cefare., o per li fuoi Minrfiri ad effi fi diflribuifiero, coinè prima, ma fi ferville in tutto deli’ opera de’ proprj Minillri. Lo perfuadeva in fine, che richiamane dalla Francia, ove era efule Antonio Perez, €

TarnV» A a Io