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dell'impero romano cap. vi. | 249 |
campo, altra scienza che quella della guerra, disprezzavano le leggi civili, ed appena osservavano quelle della militar disciplina. Con insanguinate mani, con selvaggi costumi, e con disperate risoluzioni, essi qualche volta difesero, ma più spesso rovesciarono il trono degl’Imperatori.
CAPITOLO VII.
Tra le varie forme di Governo che hanno prevaluto nel Mondo, quella di una monarchia ereditaria pare che più di ogni altra presenti un bersaglio al ridicolo. Può egli dirsi senza un riso sdegnoso, che alla morte del padre la proprietà di una nazione, simile a quella di un vile armento, ricada all’infante suo figlio, ignoto al genere umano, ugualmente che a se medesimo, e che i più coraggiosi guerrieri, ed i più saggi ministri, rinunziando al loro naturale diritto all’Impero, si accostino alla culla reale colle ginocchia piegate, e con proteste di fedeltà inviolabile? La satira e la declamazione possono dipingere questi quadri frequenti con i colori più vivi; ma noi con mente più seria rispetteremo un utile pregiudizio, che stabilisce una regola di successione indipendente dalle passioni degli uomini, e con piacere accetteremo que-