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dell’Italia. Fu due volte Console sotto Caracalla e sotto Alessandro, perchè egli possedeva il raro talento di acquistare la stima dei Principi virtuosi, senza eccitare la gelosia dei tiranni. Egli passò innocentemente la lunga sua vita negli studj delle lettere, e nelle parifiche dignità di Roma; e sembra che prudentemente evitasse il commando delle armate, ed il governo dello province, finchè la voce del Senato, e l’approvazione di Alessandro lo fecero Proconsole dell’Affrica1. Questa provincia, mentre visse quell’Imperatore, fu felice sotto l’amministrazione del suo degno Rappresentante. Dopo che il barbaro Massimino ebbe usurpato il trono, Gordiano alleggerì quelle calamità che non poteva impedire. Quando accettò contro sua voglia la porpora, avea più di 80 anni, ultimo e pregevole avanzo del felice secolo degli Antonini, le cui virtù ravvivò nella sua condotta, e celebrò in elegante poema di 30 libri. Il figlio che aveva accompagnato quel rispettabile Proconsole dell’Affrica, come suo Luogotenente, fu insieme col padre dichiarato Imperatore. I costumi di lui erano meno puri, ma avea un carattere amabile al pari di quello del padre. Ventidue concubine riconosciute, ed una libreria di sessantaduemila volumi attestavano la varietà delle sue inclinazioni. E dalle produzioni, che lasciò dopo di se, apparisce che le donne, ed i libri erano veramente per uso, e non per ostentazione2. Il popolo romano ritrovava nelle fattezze del

  1. Vedi nella Stor. Aug. p. 152. la lettera originale, che mostra il rispetto di Alessandro pel Senato, e la sua stima pel Proconsole designato da quell’Assemblea.
  2. Il giovane Gordiano ebbe tre o quattro figli da ogni concubina; le sue produzioni letterarie, avvegnachè in minor numero, non sono da disprezzarsi.