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294 storia della decadenza

e filosofo dei Persiani1, era sempre venerata nell’Oriente; ma il linguaggio antiquato e misterioso nel quale era composto lo Zendavesta2, apriva un campo di controversie a settanta differenti Sette, che variamente spiegavano le dottrine fondamentali della loro religione, ed erano tutte egualmente derise da una moltitudine di infedeli, i quali rigettavano la divina missione ed i miracoli del Profeta. Il pio Artaserse chiamò i Magi da tutte le parti del suo Impero per sopprimere gl’idolatri, unire gli scismatici, e confutare gl’increduli con l’infallibile decisione di un concilio generale. Questi preti che sì lungamente avean gemuto nel disprezzo e nell’oscurità, obbedirono al grato invito; ed in numero di quasi ottantamila comparvero tutti nel giorno prefisso. Ma siccome le discussioni di una assemblea così tumultuosa non avrebbero potuto essere regolate dalla autorità della ragione o dirette dall’arte della politica, il Sinodo persiano fu con successive operazioni ridotto a quarantamila, a quattromila, a quattrocento, a quaranta, e finalmente a sette magi i più

  1. Hide e Prideaux fabbricando una Storia molto curiosa sopra le leggende persiane e le loro proprie congetture, rappresentano Zoroastro come contemporaneo di Dario Istaspe. Ma basta osservare che gli Scrittori greci, i quali vivevano quasi nel secolo di Dario, si uniscono nel riferire l’Era di Zoroastro a più centinaia ed ancor migliaia di anni avanti. Il Sig. Moile, critico giudizioso, conobbe e sostenne contro Prideaux suo zio l’antichità del Profeta persiano. Vedi le sue opere, Vol. II.
  2. Quell’antico idioma fu chiamato Zend. Il linguaggio dei commentarj, Pehlvi, benchè molto più moderno, non è però da molti secoli in poi una lingua viva. Questo fatto solo (se fosse autentico) basterebbe a provare l’antichità di quegli scritti, che il sig. d’Anquetil ha portati in Europa, e tradotti in francese.