Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano I.djvu/388

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dell'impero romano cap. ix. 351

si erano fatti i capi della guerra, furono in quella catastrofe più degli altri severamente puniti. Vennero costretti a ritirarsi cinque miglia1 dalle rive del Danubio, ch’essi abitavano, e a dare in ostaggio il fiore de’ loro giovani, i quali furono immediatamente mandati nella Britannia, isola remota, dove potessero essere sicuri come ostaggi, ed utili come soldati2. Irritato l’Imperatore per le frequenti ribellioni dei Quadi e dei Marcomanni, si risolvè di ridurre il lor paese in Provincia. La morte sconcertò i suoi disegni. Questa lega formidabile, la sola che comparisca nei due primi secoli della Storia Augusta, fu interamente dissipata, senza lasciare di se traccia veruna nella Germania.

Nel corso di questo capitolo, che servir dee d’introduzione, ci siamo ristretti ai generali lineamenti dei costumi della Germania, senza tentar di descrivere o distinguere le varie tribù, che riempivano quel vasto paese ai tempi di Cesare, di Tacito, o di Tolomeo. A misura che le antiche o le nuove tribù si presenteranno nel corso di questa Storia, noi faremo breve menzione delle loro origini, e situazioni, e dei loro particolari caratteri. Le nazioni moderne sono società fisse e permanenti, unite tra loro dalle leggi e dal Governo, attaccate al suolo nativo per le arti e per

    la Boemia e la Moravia) avevano una volta eretta una grande e formidabile Monarchia sotto il loro Re Marobodno. Vedi Strabone l. VII, Vell. Paterc, II. 105, Tacit. Annal. II 63.

  1. Il Sig. Wotton (Stor. di Roma p. 166) estende la proibizione ad una distanza dieci volte maggiore. Il suo ragionamento è specioso, ma non concludente. Cinque miglia erano sufficenti per una fortificata barriera.
  2. Dione l. LXXI e LXXII.