Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano I.djvu/390

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dell'impero romano cap. ix. 353

il tempo delle turbolenze civili, o la situazione delle piccole Repubbliche1, mette quasi ogni membro della società in azione e per conseguenza in veduta. Le divisioni irregolari, e le inquiete turbolenze della Germania abbagliano la nostra immaginazione, e par che moltiplichino il loro numero. La prolissa enumerazione di tanti Re e di tanti guerrieri, di eserciti e di nazioni, ci fa quasi dimenticare, che i medesimi oggetti vengono continuamente ripetuti sotto nomi diversi e che spesso i nomi più illustri sono stati largamente conceduti agli oggetti meno degni di considerazione.


CAPITOLO X.

Gl'Imperatori Decio, Gallo, Emiliano, Valeriano e
Gallieno. Irruzione generale dai Barbari.
I trenta tiranni.

[A.D. 248 268] I vent’anni, che scorsero dai grandiosi giuochi secolari di Filippo alla morte di Gallieno, furono una serie di obbrobrj e di calamità. In ogni momento di quel calamitoso periodo, si videro barbarici invasori, e militari tiranni opprimere ogni provincia del romano Impero, il quale pareva ormai giunto all’ultimo funesto termine del suo disfacimento. La confusione dei tempi, e la scarsezza di memorie autentiche, oppongono uguali difficoltà allo Storico, che procura di<section end="s2" /

  1. È egli da sospettarsi, che Atene contenesse soltanto ventunmila cittadini, e Sparta non più di trentanovemila? Vedi Hume e Wallace sul numero degli uomini nei tempi antichi e moderni.