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ramente annunzia una lunga serie di vittorie. I trofei ed i titoli attestano (se può questa prova attestare) la fama di Postumo, ch’è ripetutamente chiamato il conquistator dei Germani ed il liberator della Gallia1.

Ma un semplice fatto (il solo veramente, di cui abbiamo una esatta notizia) distrugge in gran parte questi monumenti della vanità e dell’adulazione. Il Reno, benchè onorato col titolo di baluardo delle province, fu un debol riparo contro l’ardito ed intraprendente spirito, ond’erano i Franchi animati. Le rapide loro devastazioni si estesero dal fiume alle falde dei Pirenei; nè furono da questi monti arrestate. La Spagna, che non mai avea temute le irruzioni dei Germani, non potè loro resistere. Per dodici anni (la maggior parte del regno di Gallieno) quella opulente contrada fu il teatro d’ineguali e devastatrici ostilità. Tarragona, florida capitale di una pacifica provincia, fu saccheggiata e quasi distrutta2; e fino ai giorni di Orosio, che scriveva nel quinto secolo, poche miserabili capanne sparse tra le rovine delle magnifiche città, rammentavano ancora il furore dei Barbari3. Quando nel desolato paese non più trovarono i Franchi da saccheg-

  1. M. de Brequigny (nelle memorie dell’Accademia, tom. XXX) ci ha dato una molto curiosa vita di Postumo. Una serie della Storia Augusta, per mezzo di medaglie ed iscrizioni, è stata più di una volta progettata, e ve n’è tuttavia gran bisogno.
  2. Aurel. Vittore, c. 33. Invece di pene direpto il senso e l’espressione esigono deleto, benchè veramente, per diverse ragioni è ugualmente difficile correggere il testo dei migliori scrittori, che quel dei peggiori.
  3. Al tempo di Ausonio, sul fine del quarto secolo, Ilerda o Lerida era in uno stato molto rovinoso, (Ausonio, Epist. XXV, 58) che probabilmente era la conseguenza di questa invasione.