Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano II.djvu/121

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dell'impero romano cap xiii. 115

in mano; ritornarono gli altri spaventati alle respettive loro abitazioni, e l’inutile loro sforzo per la libertà servì solamente a confermare la loro schiavitù. Così forte ed uniforme è la corrente delle popolari passioni, che possiam quasi arrischiarci con scarsissimi materiali a riferire le particolarità di questa guerra. Non siamo però disposti a credere che i principali Capi, Eliano ed Amando, fosser cristiani1, o a supporre che la ribellione, come accadde al tempo di Lutero, fosse suscitata dall’abuso di quegli umani principj della Religione Cristiana, che inculcano la natural libertà degli uomini.

Appena ebbe Massimiano ricuperato la Gallia dalle mani dei contadini, ch’egli perdè la Britannia per l’usurpazione di Carausio. Dopo l’ardita ma fortunata impresa dei Franchi sotto il Regno di Probo, aveano i loro arditi concittadini costruite armate di leggieri brigantini, su i quali andavano continuamente a devastare le Province adiacenti all’Oceano2. Fu necessario creare una forza navale per reprimere le irregolari loro incursioni; e se ne proseguì il giudizioso progetto con prudenza e vigore. Gessoriaco, o sia Bologna, negli Stretti del canale Britannico, fu dall’Imperatore scelto per essere stazione della flotta Romana; e ne fu il comando affidato a Carausio, di vilissima origine, cittadino di Menapia3; ma che lungamente segnalata avea

  1. Questo fatto per vero dire si fonda sopra un’autorità ben leggiera, ch’è la vita di S. Babolino scritta probabilmente nel VII secolo. Vedi Duchesne Scriptores rerum Francicar. tom. I. p. 662.
  2. Aurelio Vittore li nomina Germani, Eutropio (IX. 21) li nomina Sassoni. Ma Eutropio viveva nel secolo seguente, e sembra far uso del linguaggio del suo tempo.
  3. Le tre espressioni di Eutropio, di Aurelio Vittore, e di