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132 storia della decadenza

violati in una rimota fortezza. Comparve tra i nobili Armeni un alleato, le cui vicende sono troppo considerabili per non farne menzione. Egli avea nome Mamgo; era Scita d’origine; e la Tribù, che da lui dipendeva, si era pochi anni avanti accampata su i confini dell’Impero Chinese1, che si estendeva allora fino alle vicinanze della Sogdiana2. Essendo Mamgo incorso nello sdegno del suo Sovrano, si ritirò coi suoi seguaci verso le rive dell’Oxo, ed implorò la protezione di Sapore. L’Imperatore della China richiese il fuggitivo, allegando i diritti della Sovranità. Il Monarca Persiano oppose le leggi dell’ospitalità; e non senza difficoltà evitò una guerra, colla promessa di confinar Mamgo nelle più lontane parti dell’Occidente; pena, com’egli la descriveva, non meno terribile della morte. L’Armenia fu scelta pel luogo dell’esilio, e fu alla Scitica Tribù assegnato un vasto distretto, sul quale potesse pascolare i suoi greggi ed armenti, e trasportare le sue tende da un luogo all’altro, secondo le diverse stagioni dell’anno. Furono quelle genti impie-

  1. Nella Storia Armena (l. II. 78) come ancora nella Geografia, (p. 367) la China trovasi nominata Zenia, o Zenastan. Vien distinta dalla seta, dalla opulenza degli abitanti, e dal loro amore per la pace sopra tutte le altre nazioni del mondo.
  2. Vou-ti, il primo Imperatore della settima Dinastia, che allora regnava nella China, ebbe dei trattati politici colla Fergana, provincia della Sogdiana, e si dice che ricevesse un’ambasceria Romana. (Stor. degli Unni, tom. I. pag. 38.) In quei secoli i Chinesi teneano una guarnigione in Kashgar, ed uno dei lor Generali, verso i tempi di Traiano, si avanzò fino al mar Caspio. Riguardo al commercio tra la China ed i paesi occidentali, si può consultare una interessante memoria del sig. de Guignes nell’Accademia delle Iscriz. tom. XXXII. pag. 355.