Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano II.djvu/15

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dell'impero romano cap. xi. 9

Claudio, dichiarandolo primo Generale della frontiera Illirica col comando di tutte le truppe nella Tracia, nella Mesia, nella Dacia, nella Pannonia e nella Dalmazia, collo stipendio del Prefetto dell’Egitto, con gli onori del Proconsole dell’Affrica, e con la sicura speranza del Consolato. Per le sue vittorie sopra i Goti egli meritò dal Senato l’onore di una statua, ed eccitò i gelosi timori di Gallieno. Era impossibile che un soldato stimar potesse un Sovrano così dissoluto, ed un giusto disprezzo si può difficilmente celare. Alcune imprudenti espressioni proferite da Claudio, furono officiosamente riportate a Gallieno. La risposta dell’Imperatore ad un Uffiziale di confidenza, dipinge al vivo il carattere di lui e quello dei tempi. „Niente vi è che dar mi possa un più serio disgusto che la notizia contenuta nell’ultimo vostro dispaccio1; che alcune maligne suggestioni abbiano indisposto contro noi l’animo del nostro amico e Padre Claudio. Per quella fedeltà che ci dovete, usate ogni mezzo per quietare il suo risentimento, ma conducete l’affare con secretezza; non venga questo a notizia dei soldati della Dacia; sono essi già provocati, e ciò potrebbe infiammare il loro furore. Io stesso ho mandati a lui alcuni doni; sia vostra cura ch’egli con piacere li accetti. Sopra tutto fate ch’ei non sospetti ch’io sono informato della sua imprudenza. Il timor del mio sdegno potrebbe indurlo a disperate risoluzioni„2. I doni che accompagnavano questa u-

  1. Notoria, dispaccio periodico e ministeriale, che gl’Imperatori ricevevano dai Frumentarj o sieno Agenti sparsi per le Province. Parleremo di questi più sotto.
  2. Stor. Aug. p. 208. Gallieno descrive l’argenteria, le vesti ec. come amatore e intendente di queste magnifiche bagatelle.