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Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano II.djvu/172

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166 storia della decadenza

celebra la magnificenza con termini della più alta ammirazione1. Occupava questo un’estensione di terreno tra i nove o dieci jugeri inglesi. Era di forma quadrangolare, fiancheggiato da sedici torri. Due dei lati erano lunghi quasi seicento piedi, e gli altri due, quasi settecento. Era tutto costruito di bella pietra viva, tratta dalle vicine cave di Trau o Traguzio, molto poco inferiore al marmo stesso. Quattro strade, intersecate ad angoli retti, dividevano le diverse parti di questo grand’edifizio, e introduceva al principale appartamento un magnifico ingresso, che tuttavia si nomina la Porta d’oro. L’accesso era terminato da un peristilio di colonne di granito, da un lato del quale si scopriva il Tempio quadrato di Esculapio, e dall’altro il Tempio ottangolare di Giove. Diocleziano venerava il secondo di questi numi come protettore della sua fortuna, e il primo come custode della sua salute. Combinando i presenti avanzi colle regole di Vitruvio, le diverse parti di quell’edifizio, i bagni, la camera da letto, l’atrio, la Basilica, e le sale Cizicena, Corintia ed Egizia sono state descritte con qualche grado di precisione o almeno di probabilità. Le loro forme erano varie, giuste le loro proporzioni, ma erano tutte accompagnate da due difetti molto contrari alle nostre moderne idee di gusto, e di comodo. Queste magnifiche stanze non avevano nè finestre nè cammini. Ricevevano la luce dall’alto (giacchè non pare che l’edifizio avesse più di un solo piano) ed erano riscaldate per mezzo di tubi condotti lungo le mura. La fila dei principali appartamenti era difesa verso libeccio da un portico lungo 517 piedi che deve aver formato un assai

  1. Constantin. Porphyr. de Statu Imper. p. 86.