Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano II.djvu/261

Da Wikisource.

dell'impero romano cap. xv. 255

ma stavan ostinatamente attaccali alle cerimonie dei loro maggiori, e desideravano di soggettarvi anche i Gentili, che continuamente accrescevano il numero dei credenti. Sembra che questi giudaizzanti Cristiani traessero con qualche plausibilità i loro argomenti dalla origine divina della legge di Mosè, e dalle immutabili perfezioni del grande Autore di essa. Sostenevano questi che se l’Ente, il quale è sempre il medesimo per tutta l’eternità, avesse disegnato di abolire que’ sacri riti, ch’eran serviti per distinguere il suo Popolo eletto, sarebbe stata la rivocazione di quelli non meno chiara e solenne, che la prima loro promulgazione: che invece di quelle frequenti dichiarazioni, che o suppongono, o assicurano la perpetuità della religione Mosaica, si sarebbe questa rappresentata, come un piano provvisionale, che doveva durar solamente fino alla venuta del Messia, il quale avrebbe dimostrato agli uomini una forma più perfetta di culto e di fede1: che il Messia medesimo, ed i suoi discepoli, i quali conversarono con lui sulla terra, piuttosto che autorizzare col loro esempio la più minuta osservanza della Mosaica legge2, avrebbero pubblicato al mondo l’abolizione di

  1. Questi argomenti furono con grand’ingenuità sostenuti dall’Ebreo Orobio, e confutati con ugual candore dal Cristiano Limborchio. Vedi l’Amica Collatio (merita essa ben questo nome) ovvero il ragguaglio della disputa, che si fece tra loro.
  2. Jesus ... circumcisus erat; cibis utebatur Judaicis, vestitu simili; purgatos scabie mittebat ad sacerdotes: Paschata et alios dies festos religiose observabat: si quos sanavit sabatho, ostentit non tantum ex lege, sed et exceptis sententiis talia opera sabatho non interdicta. Grotius da verit. Relig. Christ. l. V. c. 7. Poco dopo (c. 12.) egli si diffonde sulla condiscendenza degli Apostoli.