Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano II.djvu/269

Da Wikisource.

dell'impero romano cap. xv. 263

la religion de’ Giudei era alquanto meno empia che l’idolatria de’ Gentili; ma la dottrina loro fondamentale era, che Cristo da essi adorato, come la prima e più luminosa emanazione della Divinità, comparve sopra la terra per liberare il genere umano da’ vari errori e per rivelare un nuovo sistema di verità o di perfezione. I più dotti fra’ Padri, per una ben singolare condiscendenza, hanno imprudentemente ammesso le sofistiche sottigliezze dei Gnostici. Riconoscendo che il senso letterale ripugna ad ogni principio di ragione e di fede, si son creduti sicuri ed invulnerabili dietro all’ampio velo dell’allegoria, ch’essi hanno avuta la cura di stendere sopra qualunque minima parte della narrazione Mosaica1.

Con maggior ingegno che verità è stato notato, che la virginal purità della Chiesa non fu mai violata da scisma o da eresia veruna, prima del regno di Traiano o d’Adriano, che fioriron circa cent’anni dopo la morte di Cristo2. Noi possiamo assai più propriamente osservare, che in quel tratto di tempo a’ seguaci del Messia fu accordato un campo più libero sì nella fede che nella pratica, di quel che fosse loro permesso in alcuno de’ seguenti secoli. Siccome s’andarono appoco appoco ristringendo i limiti della comunione, e si esercitava con sempre maggior rigore la spirituale autorità del partito che prevaleva, molti de’ principali

    Si consulti il secondo secolo dell’Istoria generale di Mosemio, che fa una breve ma assai distinta narrazione degli strani lor pensamenti su tal soggetto.

  1. Vedi Beausobre Histoire du Manicheisme (liv. I. c. 4.) Origene e S. Agostino si contano fra gli allegoristi.
  2. Hegesipp. presso Eusebio (l. III. 32. IV. 22.) Clement. Aless. Strom. VII. 17.