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Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano II.djvu/278

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272 storia della decadenza

di duolo, nella lor prima origine si eran destinate all’uso della superstizione. I timorosi Cristiani, che si lasciavan persuadere in tali casi a condiscendere al costume del lor paese, ed a’ comandi de’ Magistrati, soggiacevano alle più tetre apprensioni, che provenivano da’ rimproveri della lor propria coscienza, dalle censure della Chiesa e dall’annunzio della divina vendetta1.

Tal era la premurosa diligenza, che richiedevasi per guardare la purità del Vangelo dall’infetto alito dell’idolatria. I seguaci della religion dominante eran trascurati, per educazione e per abito, nel praticar le superstiziose osservanze de’ pubblici e privati riti; ma ogni volta, che questi si facevano, somministravano a’ Cristiani l’opportunità di dichiarare e di confermare la zelante loro opposizione. Per mezzo di tali frequenti proteste, di continuo si fortificava il loro attaccamento alla fede, ed a misura che cresceva lo zelo, essi combattevano con più ardore e successo nella santa guerra, che avevano intrapreso a fare contro l’impero de’ demonj.

II. Le opere di Cicerone2 rappresentano co’ colori più vivi l’ignoranza, gli errori e l’incertezza de-

  1. Tertulliano ha composto una difesa, o piuttosto un panegirico della troppo ardita azione di un soldato cristiano, che gettando via la sua corona di lauro, aveva esposto se medesimo ed i suoi fratelli al più imminente pericolo. Dalla menzione, ch’ei fa degl’Imperatori Severo e Caracalla, egli è chiaro, non ostante la brama del Tillemont, che Tertulliano compose il suo trattato de Corona molto tempo avanti che si impegnasse negli errori de’ Montanisti. Vedi Memor. Eccl. (Tom. III. p. 384).
  2. Il primo libro delle Quistioni Tusculane in ispecie, il trattato De Senectute ed il Sogno di Scipione contengono nel