Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano II.djvu/46

Da Wikisource.
40 storia della decadenza

di produrre frutti e grano. Un luogo, fornito di vantaggi tanto singolari, e situato in giusta distanza1 tra il golfo Persico ed il Mediterraneo, fu presto frequentato dalle carovane, che portavano alle nazioni Europee una considerabil porzione delle ricche merci dell’India. Palmira divenne insensibilmente una doviziosa ed indipendente città, ed unendo le Monarchie dei Romani e dei Parti cogli scambievoli vantaggi del commercio, potè conservare un’umile indipendenza, finchè alla fine dopo le vittorie di Traiano cadde quella piccola Repubblica in poter di Roma, e fiorì per più di centocinquanta anni nell’onorifico, ma subordinato grado di colonia. Durante questo pacifico periodo, se giudicar si può da poche iscrizioni rimasteci, gli opulenti Palmireni costruirono quei tempj, quei palazzi, quei portici di greca architettura, le cui rovine, sparse per l’estensione di varie miglia, hanno meritata la curiosità dei nostri viaggiatori. Parve che l’esaltazione di Odenato e di Zenobia aggiungesse nuovo splendore alla sua patria, e Palmira per un tempo stette rivale di Roma: ma fu la gara fatale, e molti secoli di prosperità furono sacrificati ad un momento di gloria2.

  1. Era 537 miglia distante da Seleucia, e dugentotre dalla più vicina costa della Siria, secondo la relazione di Plinio, che in poche parole (Stor. nat. V. 21) ne porge una eccellente descrizione di Palmira.
  2. Alcuni viaggiatori Inglesi che partirono da Aleppo, scoprirono le rovine di Palmira verso il fine dell’ultimo secolo. La nostra curiosità è stata poi soddisfatta più splendidamente dai Signori Wood e Dawkins. Per la Storia di Palmira possiam consultare la magistrale dissertazione del Dottor Halley nelle Transazioni Filosofiche, compendio di Lowthorp. vol. III. p. 528.