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20 storia della decadenza

d’ogni carattere, insensibile al timor della morte o dell’infamia, consentir dovesse a violar que’ principj, che la natura e l’educazione avevan profondissimamente impressi ne’ loro animi1? Sembrerebbe, che niente potesse indebolir la forza, o distruggere l’effetto di una così efficace giustificazione, se non fosse stata l’indiscreta condotta degli stessi Apologisti, che tradiron la causa comune della religione per soddisfare il devoto lor odio contro i nemici domestici della Chiesa. Ora si andò lentamente insinuando, ed or si asserì arditamente, che que’ sanguinosi sacrifizj mededesimi e quelle incestuose solennità, che sì falsamente imputavansi agli ortodossi credenti, erano realmente celebrate da’ Marcioniti, da’ Carpocraziani, e da varie altre Sette di Gnostici, che sebbene deviassero ne’ sentieri dell’eresia, pure sentivano sempre la forza della natura umana, e si regolavan sempre secondo i precetti del Cristianesimo2. Simili accuse ritorcevansi contro la Chiesa dagli Scismatici, che abbandonato avevano la comunione della medesima3, e confessa-

  1. Nella persecuzione di Lione alcuni schiavi Gentili furon costretti dal timor de’ tormenti ad accusare i lor padroni Cristiani. La Chiesa di Lione, scrivendo a’ propri fratelli dell’Asia, tratta l’orrida accusa con l’indignazione e il disprezzo che merita. Euseb. Hist. Ecl. V. I.
  2. Vedi Giustino Mart. Apolog. I, 35. Iren. adv. haeres. I. 24. Clem. Alessand. Stromat. l. III. p. 438. Euseb. IV. 8. Sarebbe grave e disgustoso il riferir tutto ciò, che hanno immaginato i successivi Scrittori, tutto quel ch’Epifanio ha ricevuto come vero, e che ha copiato il Tillemont. Il Beausobre (Hist. du Manicheisme l. IX. c. 8, 9) ha esposto con grande spirito l’arte non ingenua di Agostino e del Pontefice Leone.
  3. Quando Tertulliano divenne Montanista, diffamò la Mo-