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questo segnalato favore, giacchè attribuirono di comune accordo la loro liberazione alla providenza di Giove ed all’interposizion di Mercurio. In tutto il corso del suo Regno, Marco disprezzò i Cristiani come filosofo, e li punì come Sovrano1.

Per una fatalità singolare, i travagli che avevano sofferto i Cristiani sotto il governo di un Principe virtuoso, immediatamente cessarono al comparir di un Tiranno, e siccome nessuno, fuori di loro, aveva sperimentato l’ingiustizia di Marco, così furono essi soli protetti dalla piacevolezza di Commodo. La celebre Marcia, che fu la prima favorita fra le sue concubine, e che finalmente tramò l’uccisione dell’Imperiale suo amante, aveva un singolare affetto per l’oppressa Chiesa; e benchè fosse impossibile, ch’ella conciliar potesse la pratica del vizio co’ precetti dell’Evangelio, pure poteva sperar di purgare le fragilità del suo sesso e della sua professione, dichiarandosi protettrice de’ Cristiani2. Sotto la graziosa protezione di Marcia essi passarono in sicurezza i tredici anni di quella crudel tirannia, e quando si stabilì l’Impero nella casa di Severo, acquistarono una famigliare, ma più onorevole connessione con la nuova Corte. L’Imperatore era persuaso, che in una pericolosa malattia gli fosse stato di qualche vantaggio o spirituale o fisico l’olio santo, col quale un suo schiavo l’aveva unto. Ei trattò sempre con particolar distinzione molti di ambedue i sessi,

  1. Rispetto a questo miracolo, come si dice comunemente della Legione fulminea, vedasi l’ammirabil critica di Moyle Vol. II. p. 81-390 delle sue opere.
  2. Dione Cassio, o piuttosto l’abbreviatore di lui Sifilino, l. LXXII. p. 1206. Moyle ha esposto lo stato della Chiesa nel Regno di Commodo.