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profanate sotto i loro occhi dal trionfo della croce e dalla devozion de’ Cristiani1.

In mezzo ad un sassoso e steril paese, le mura di Gerusalemme2 contenevano le due montagne di Sion e d’Acra dentro un ovale recinto di circa tre miglia Inglesi3. Verso il mezzodì sorgevano sull’alto del monte Sion la parte più elevata della città e la torre di David; al Settentrione, le fabbriche della più bassa parte cuoprivano la spaziosa cima del monte Acra; ed una parte del colle, distinto col nome di Moriah, e posto a livello dall’industria umana, era coronata dal magnifico tempio della nazione Giudaica. Dopo l’ultima distruzione del tempio operata dalle armi di Tito e d’Adriano, si fece passar l’aratro sopra la Terra Sacra come un segno di perpetuo interdetto. Sionne fu abbandonato, e fu ripieno il voto della più bassa parte della città con pubblici e privati edifizi della Colonia Elia, che si sparsero sull’addiacente monte Calvario. I santi luoghi restaron contaminati da monumenti d’idolatria; e fu dedicata, o a bella posta, o per accidente, a Venere una cappella, in quel luogo

  1. Il Basnagio ha pienamente illustrato lo stato degli Ebrei sotto Costantino ed i suoi successori. Tomo VIII. c. IV. p. 111-155.
  2. Reland (Palest. l. I. p. 309, 390. l. III. p. 838.) descrive con erudizione e chiarezza Gerusalemme, e l’aspetto dell’addiacente paese.
  3. Ho consultato un raro e curioso trattato del Danville Sur l’ancienne Jerusalem. Paris 1747. p. 75. La circonferenza dell’antica città (Euseb. Praepar. Evang. l. IX. c. 36.) era di 27. stadi, o di 2550. tese francesi. Una pianta presa sul luogo, non ne assegna più di 1980. alla moderna città. Il recinto vien determinato da segni naturali che non possono sbagliarsi o rimuoversi.