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giustizia; ed il suo animo era sempre più fortemente inasprito, allorchè vedeva che i fanatici, i quali avevan meritata e portata la pena degl’incendiari, venivan premiati con gli onori del martirio1. I sudditi Cristiani di Giuliano eran sicuri degli ostili disegni del loro Principe; ed ogni circostanza del suo governo potea somministrare alla gelosa loro apprensione qualche fondamento di disgusto e di sospetto. Nell’amministrazione ordinaria della giustizia i Cristiani che formavano una porzione sì grande del popolo, dovevano esser frequentemente condannati; ma i loro indulgenti fratelli, senz’esaminare il merito delle cause li supponevano innocenti, ne accordavano le pretensioni, ed imputavan la severità del lor giudice alla parzial malizia d’una religiosa persecuzione2. I travagli presenti, per quanto parer potessero intollerabili, si rappresentavano come un leggiero preludio delle imminenti calamita. I Cristiani risguardavan Giuliano come un crudele ed artificioso tiranno, che sospendeva l’esecuzione della sua vendetta, finchè fosse tornato vittorioso dalla guerra Persiana. Essi aspettavano

  1. Gregor. Naz. Orat. III. p. 9l. IV. p. l33. Ei loda i tumultuanti di Cesarea; τουτων δε των αγμελοςυων και θερμων εις ευσεβειαν; questi magnanimi e ferventi nella pietà. Vedi Sozomeno l. V. 4. 1l. 1l Tillemont (Mem. Eccles. T. VII. p. 649-650.) confessa che la lor condotta non fu dans l’ordre commun: ma resta perfettamente soddisfatto, perchè il gran S. Basilio celebrò sempre la festa di questi benedetti Martiri.
  2. Giuliano decise una lite contro la nuova città Cristiana di Maiuma, porto di Gaza; e quantunque la sua sentenza potesse imputarsi di superstizione, non fu mai revocata dai suoi successori. Sozomeno lib. V. c. 3. Roland. Palest. T. II. pag. 791.