Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano IV.djvu/341

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dell'impero romano cap. xxiv. 337

d’innumerabili palme1; ed i diligenti abitatori celebravano sì in versi che in prosa i trecento sessanta usi, che potevano artificiosamente farsi del tronco, de’ rami, delle foglie, del sugo e del frutto di esse. Varie manifatture, in specie di cuojo e di lino, impiegavan l’industria d’un numeroso popolo, e somministravano pregevoli materiali pel commercio straniero, il quale per altro sembra, che fosse fatto dai forestieri. Babilonia era stata ridotta ad un parco reale; ma presso le rovine dell’antica capitale erano in diversi tempi sorte novelle città, e la popolazione del paese s’era diffusa in una moltitudine di terre e di villaggi, che erano fabbricati di mattoni seccati al sole e fortemente collegati insieme con bitume, che è un naturale e special prodotto del suolo di Babilonia. Quando i successori di Ciro dominavan sull’Asia, la sola Provincia dell’Assiria manteneva per la terza parte dell’anno la lussuriosa abbondanza della tavola e della casa dei gran Re. Erano assegnati quattro considerabili villaggi per la sussistenza dei cani Indiani, ottocento stalloni e sedicimila cavalle continuamente si mantenevano a spese del paese per le stalle reali; e siccome il tributo quotidiano, che pagasi al Satrapo, ascendeva ad uno stajo Inglese d’argento, possiamo valutare l’annua rendita dell’Assiria più di un milione e dugentomila lire sterline2.

  1. Il dotto Kaempfer ha esaurito come botanico, come antiquario, e come viaggiatore il soggetto delle palme. Amoenit. exoticae Fascicul. IV. p. 660-674.
  2. L’Assiria pagava ogni giorno al Satrapo della Persia un artaba d’argento. La nota proporzione de’ pesi e delle misure (Vedi l’elaborata ricerca del Vescovo Hooper) la gravità specifica dell’acque e dell’argento, ed il valore di