Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano IX.djvu/174

Da Wikisource.
168 storia della decadenza

eretici. Gl’Iconoclasti onorarono le sue virtù, lo considerarono per Santo, e quarant’anni dopo la sua morte oravano sulla sua tomba. Il fanatismo e la soperchieria divolgarono una visione miracolosa: si disse che l’eroe cristiano era comparso sopra un cavallo bianco, colla lancia imbrandita, contro i Pagani della Bulgaria: „Favola assurda, dice uno scrittore cattolico, perchè Copronimo è incatenato coi demonii negli abissi dell’inferno„.

[A. D. 775] Leone IV, figlio di Costantino V, e padre di Costantino VI, fu debole di corpo e di spirito; e in tutto il suo regno non ebbe altro gran pensiero che la scelta del suo successore. Dallo zelo officioso dei suoi sudditi fu sollecitato perchè associasse all’Impero il giovine Costantino; l’Imperatore, che lo vedea deperire, s’arrese ai loro voti unanimi, dopo avere esaminato quest’alto affare con tutta l’attenzione che meritava. Costantino di soli cinque anni fu coronato insieme con sua madre Irene; e il consentimento nazionale fu consacrato con tutte le cerimonie le più acconce, per pompa e per apparecchio, ad abbacinare gli occhi dei Greci, o ad incatenarne le coscienze. I vari ordini dello Stato prestarono giuramento di fedeltà nel palazzo, nella chiesa, e nell’Ippodromo; invocarono i santi nomi del Figlio e della Madre di Dio: „Noi chiamiamo in testimonio Gesù Cristo, esclamarono essi, noi veglieremo alla sicurezza di Costantino, figlio di Leone; esporremo la nostra vita in suo servigio, e resteremo fedeli alla sua persona e alla sua posterità„. Ripeterono quel giuramento sopra il legno della vera Croce, e l’atto della lor sommessione fu depositato sull’altare di Santa Sofia. Primi a fare questo giuramento, e primi