Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano IX.djvu/188

Da Wikisource.
182 storia della decadenza

strada della fortuna e della gloria; sposò la sorella dell’Imperatore, ed ebbe il comando di trentamila Persiani, che come suo padre aveano lasciato il lor paese per iscampare dai Musulmani. Quei trentamila guerrieri, accoppiando i vizi de’ fanatici a quelli delle milizie mercenarie, vollero rivoltarsi contro al lor benefattore, e inalberare il vessillo del principe concittadino; ma il fedele Teofobo ne ributtò la proferta, scompigliò le trame, e si ricoverò nel campo, o nel palazzo del cognato. Se l’Imperatore lo ammetteva ad una generosa confidenza avrebbe procacciato un bravo e fido tutore a sua moglie, e al figlio ancor tenero, che Teofilo nel fior degli anni avea lasciato erede dell’Impero. Le infermità corporali, e l’indole invidiosa crebbero in lui le inquietudini; ebbe timore di virtù, che poteano farsi pericolose nel debole stato suo, e nel letto di morte domandò la testa del Principe persiano. Dimostrò un piacere barbaro, ravvisando le sembianze del fratello: „Tu non sei più Teofobo„ egli disse, e ricadendo sull’origliere, soggiunse con voce agonizzante: „E anch’io ben presto, troppo presto oimè, non sarò più Teofilo„. I Russi, che presero dai Greci il maggior numero delle loro leggi civili ed ecclesiastiche, han mantenuto sino all’ultimo secolo un’usanza singolare in occasione del matrimonio del Czar: raunavano le giovanette, non già di tutti i gradi e di tutte le province, il che sarebbe stato ridicolo ed impossibile, ma quelle della primaria Nobiltà, e le obbligavano ad aspettare in palazzo l’elezion del sovrano. Vuolsi, che si osservasse quest’uso per le nozze di Teofilo. Egli passeggiò con un pomo d’oro in mano in mezzo a quelle Belle schierate in due file;