Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano IX.djvu/242

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236 storia della decadenza

e al pentimento, e seguito da una geldra d’avventurieri intraprese il pellegrinaggio di Gerusalemme. La sua nascita, la sua fama di gran guerriero, lo zelo che manifestava per la religione, tutto lo dava a credere per uno dei campioni della Croce; si affezionò il Re, ed il clero, ed ottenne la signoria di Berito sulla costa di Fenicia. Abitava nel suo vicinato una giovine e bella Regina della sua nazione e famiglia, pronipote dell’Imperatore Alessio e vedova di Baldovino III Re di Gerusalemme. Vide essa il parente, e sentì amore per lui; il suo nome era Teodora; fu questa Regina la terza vittima delle seduzioni d’Andronico, e il disonore di lei fu ancora più manifesto e più scandaloso di quello delle altre due. L’Imperatore, non respirando che vendetta, sollecitava caldamente i suoi sudditi e gli alleati, che avea sulla frontiera di Cilicia, ad arrestare Andronico, e a cavargli gli occhi. Non era più sicuro in Palestina; ma la tenera Teodora lo informava dei pericoli che incorreva, e l’accompagnò nella sua fuga. La Regina di Gerusalemme si mostrò a tutto l’Oriente per concubina d’Andronico, e due figli illegittimi testificarono la debolezza di lei. Si riparò primieramente in Damasco ove, in compagnia del gran Nureddino, e del Saladino suo servo, questo principe, educato nella superstizione dei Greci, imparò a venerare le virtù dei Musulmani. In qualità d’amico di Nureddino, visitò probabilmente Bagdad e la Corte di Persia; e dopo un lungo giro intorno al mar Caspio e alle montagne della Georgia, fermò la sua sede fra i Turchi dell’Asia Minore, nimici ereditari de’ suoi concittadini. Andronico, Teodora e la masnada di proscritti ch’era con lui, trovarono un ricovero ospitale nei