Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano IX.djvu/263

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dell’impero romano cap. xlix 257

aver doveano una forza divina, e poteano esser l’oggetto d’una adorazion religiosa. Doveva il più ardito pennello tremare dell’audace tentativo di dar forma, con linee e colori, allo spirito infinito, al Dio onnipossente, che penetra e regge l’Universo1; ma uno spirito superstizioso si facea con minore difficoltà a dipingere, ad adorare gli Angeli, e soprattutto il Figlio di Dio sotto la forma umana, ch’erasi degnato prendere durante la sua dimora in questo Mondo. Avea la seconda Persona della Trinità assunto un corpo reale e mortale; ma era quel corpo salito al cielo, e ove non se ne avesse presentato qualche simulacro agli occhi de’ suoi discepoli, avrebbero le reliquie o le Immagini de’ Santi cancellato dalla memoria il culto spirituale di Gesù Cristo2. Si dovette, per lo stesso

  1. Ου γαρ το Θειον απλουν υπαρχον και αληπτον μορφαις τισι και σχημασιν απεικαζομεν. Ουτε κηρω και ξυλοις την υπερουσιον και προαναρχον ουσιαν τιμαν ημεις διεγνωκαμεν. Imperciocchè noi non rappresentiamo con figure od immagini la Divinità, sostanza semplice ed incomprensibile: nè in cera o in legno intendiamo d’onorare una Essenza suprema ed eterna. (Concilium Nicenum, II, in Collect. Labbe, t. VIII, p. 1025, edizione di Venezia). Il serait peut-être à propos, dice il signor Dupin, de ne point souffrir d’images de la Trinité ou de la Divinité; les défenseurs les plus zélés des images ayant condamné celles-ci, et le Concile de Trente ne parlant que des images de Jésus-Christ et des Saints. (Bibliot. ecclés. t. VI, p. 154).
  2. Il culto del divin Fondatore della religione, Gesù Cristo, era sì spiritualmente impresso ne’ Cristiani che non ne avrebbero giammai perduta l’idea, quand’anche non avessero avuto il soccorso de’ sensi per mezzo dell’immagine di lui; e ciò sarebbe anche avvenuto, perchè la fede in lui non poteva mancare (Nota di N. N.).