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favola. Il Vescovo di Cesarea1 registra la lettera di Abgaro a Gesù Cristo2; ma fa stupore ch’egli non parli di quella esatta impronta3 del volto di Gesù sul panno lino, con cui rimunerò il Salvatore del Mondo la Fede di quel Principe, che aveva invocato il suo potere in una malattia, e gli aveva of-

    buona critica, ne’ primi secoli del cristianesimo, cagionarono tale ignoranza. Il cattolico saggio, ed istruito, deve tener certe e ferme le cose narrate ne’ libri rivelati del Nuovo Testamento e quelle definite dalla Chiesa, e lasciare le altre alla critica giudiziosa de’ dotti. (Nota di N. N.)

  1. Eusebio, Hist. ecclesiast., l. I, c. 13. Il dotto Assemani vi aggiugne il testimonio di tre Sirii, di S. Efremo, di Giosuè Stilite, e di Giacomo, vescovo di Sarug; ma non so che s’abbia prodotto l’originale di quella lettera, o indicati gli archivi d’Edessa. (Bibl. orient. t. I, p. 318, 420, 554). Si fatta tradizione così incerta venia loro probabilmente dai Greci.
  2. Lardner discute e rigetta colla sua solita ingenuità i testimonii citati in favore di quel carteggio (Heathen Testimonies, vol. I, p. 297-309). Arrossisco di vedere tra la folla degli scrittori superstiziosi, ch’egli scaccia da questo posto ragguardevole insieme ai Grabe, Cave e Tillemont, anche il signor Addison (Vedi le sue opere, vol. I, p. 528 ediz. di Baskerville); ma il trattato superficiale da lui composto sulla religion cristiana ha acquistato credito dal nome dell’autore, dal suo stile, e dagli elogi troppo sospetti del clero.
  3. Dal silenzio di Giacomo di Sarug (Assemani Bibliot. orient. p. 289-318), e dalla testimonianza d’Evagrio (Hist. eccl. l. IV, c. 27) giudicai, essere stata quella favola inventata tra gli anni 521 e 594, probabilmente dopo l’assedio di Edessa, nel 540 (Assemani t. I, p. 4167. Procopio De bello persico, l. II). È la spada e lo scudo di Gregorio II (in epist. 1, ad Leon. Isaur. Concil.; t. VIII, p. (656, 657), di S. Giovanni Damasceno (Opera, t. I, p. 281, ediz. di Lequien), e del secondo Concilio di Nicea (Actio V, p. 1030). La più perfetta edizione si trova in Cedreno (Compend. p. 175-178).