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magini. I suoi provvedimenti furono arditi e decisivi. Per rimettere in onore la riputazione e salvar l’anima di suo marito, ebbe ricorso alla supposizione di un tardo pentimento. La punizion degl’Iconoclasti, che li condannava a perdere gli occhi, fu commutata in una flagellazione di duecento colpi di sferza; tremarono i Vescovi, mandarono grida di gioia i monaci, e la Chiesa cattolica celebra annualmente la festa del trionfo delle Immagini. Non rimaneva più da discutere che una quistione, cioè, se abbiano esse una santità loro propria ed inerente: se ne trattò dai Greci dell’undecimo secolo1, e quest’opinione è tanto assurda, che mi fa maraviglia il vedere che non sia stata ammessa in modo più positivo. Approvò Papa Adriano e pubblicò in Occidente i decreti del Concilio Niceno, rispettato oggi dai cattolici come il settimo dei Concilii ecumenici. Roma e l’Italia furono docili alla voce del lor Padre spirituale; ma la maggior parte dei cristiani della Chiesa latina rimasero in questo proposto molto addietro nella carriera della superstizione. [A. D. 794] Le Chiese di Francia, di Germania, d’Inghilterra, di Spagna s’apersero una strada fra l’adorazione e la distruzione delle Immagini, le quali da quei popoli sono ammirate ne’ lor templi, non come oggetti di culto, ma come cose atte a richiamare e conservar la memoria di qualche fatto che concerne la Fede. Comparve sotto il nome di Carlomagno un libro di controversia scritto collo

  1. Vedi alcune particolarità su questa controversia nell’Alessio d’Anna Comnena (lib. V. p. 129), e in Mosheim (Instit. Hist. ecclés. p. 371, 372.)