Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano IX.djvu/327

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dell’impero romano cap. xlix 321

l’Illiria1, usurpati dagl’Iconoclasti ai successori di San Pietro; e Papa Adriano li minacciò di scomunica se non abiuravano questa eresia pratica2. I Greci allora erano ortodossi, ma potea il monarca regnante infettar col suo soffio la lor religione; i Franchi comparivano restii; ma da un occhio acuto si potea facilmente scorgere che presto passerebbero dall’uso al culto delle Immagini. Il nome di Carlomagno avea la taccia del fiele polemico versato da’ suoi scrittori: ma quanto alle opinioni sue proprie s’uniformava il vincitore, con la pieghevolezza d’un uomo accorto, alle varie idee della Francia e dall’Italia. Nei quattro pellegrinaggi, o visite ch’egli fece al Vati-

    nella Grecia, nella Giudea, nella Persia, nella Mesopotamia, in Babilonia, nella Libia, ingiustamente ritenuti dall’Imperator greco (Legat. ad Nicephorum, in Script. rerum Ital., t. II. part. I. p. 481.)

  1. Qui si parla della gran diocesi dell’Illiria orientale con l’Apulia, la Calabria e la Sicilia: Thomassin (Discip. de l’Eg., t. 1. p. 145). Per confessione dei Greci, aveva il Patriarca di Costantinopoli distaccati da Roma i Metropolitani di Tessalonica, d’Atene, di Corinto, di Nicopoli e di Patrasso (Luc. Holsten. Geograph. sacra, p. 22) e i suoi conquisti spirituali andavano fino a Napoli ed Amalfi, (Giannone, Istoria civile di Napoli., t. I, p. 517-524. Pagi A. D. 730 num. 11.)
  2. In hoc ostenditur, quia ex uno capitulo ab errore reversis, in aliis duobus, in eodem (era forse lo stesso?) permaneant errore ....de diocesi S. R. E. seu de patrimoniis iterum increpantes commonemus, ut si en restituere noluerit, haereticum eum pro hujusmodi errore perseverantia decernemus. (Epist. Adriani papae ad Carolum Magnum, in Concil. t. VIII, p. 1598) Aggiunge una ragione che direttamente si opponeva al suo procedere, dicendo, di proferire ai beni di questo Mondo corruttibile la salute dell’anime e la regola della Fede.