Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano V.djvu/122

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Dovremo noi credere a questo A. nel primo caso o sibben nel secondo? Io per me voglio credergli assolutamente nel primo; perocchè il carattere, che ivi fa di Atanasio è conforme a quello, che fanno di lui il Tillemont ed i Monaci Benedettini: ed egli stesso m’insegna, che la diligenza del Tillemont e degli Editori Benedettini ha raccolto tutti i fatti ed esaminata ogni difficoltà concernente la vita del grande Atanasio: e mi maraviglio che dimenticatosi di una regola così giusta, tratti Gioviano d’adulatore, empio e stravagante per aver detto celestiali le virtù del S. Arcivescovo, ed averlo chiamato figura della Divinità1, e con una nuova opposizione con se medesimo non ammetta la delicatezza del Baronio, del Valesio, e precisamente del Tillemont nel rigettare l’aneddoto del rifugio di Atanasio in casa della bella vedova Alessandrina, indegno certamente della gravità della Storia Ecclesiastica, ingiurioso alla memoria di un Santo sì illustre, e forse inventato dal livor degli Ar-

    le circostanze della morte di Giuliano erano incertissime. Sozomeno poi (l. VI. c. 2), e Teodoreto (l. 30. c. 25. Ed. Vales.) parlano del primo come di cosa non ben sicura, e come un discorso di pochi. Vedi della Bleterie pag. 495 e segg. Se il sig. Gibbon avesse ben ponderata la forza del titolo di Calunniatore si sarebbe astenuto dal darlo a Gregorio ed ai Santi più moderni, per non meritarlo egli stesso. Vedi Filostorgio H. E. l. 7. in fogl.

  1. Che dirà dunque l’Autore dell’Apocalisse, in cui i Vescovi son distinti col nome di Angeli? Che di G. C. medesimo, mentre disse di loro nella persona degli Apostoli; qui vos audit, me audit, qui vos spernit, me spernit? E come non sapere che di tutti i buoni si legge: Ego dixi, Dii estis ec.? Lo sa benissimo: ma è tanto prevenuto contro