Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano V.djvu/130

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dai quali esso fu tenuto per vero eretico Sabelliano. Egli però in tuono molto diverso da quello del Sig. Gibbon parla di lui; poichè trova di malagevole discussione la causa di quel Vescovo: Minus explicatu facilis est Causa Marcelli Ancyrani (§. 1. ivi), e così conchiude il §. V: Quare digna est ea res, de qua amplius cogitent eruditi, ed antiquitatis Ecclesiasticae periti. Questo appunto io vedo eseguito dal Ch. Natale Alessandro1 nella dissertazione de Fide Marcelli Ancyrani, in cui dimostra l’integrità della dottrina di quel Prelato, bersaglio delle calunnie Eusebiane, sì con la confessione di fede da lui presentata al Pontefice Giulio riferita da S. Epifanio (haeres. 72.), come dalla esposizione di fede, che da lui ricevuta, i suoi discepoli presentarono ai Vescovi Ortodossi, ed ai Confessori, in cui si anatematizza, tra le altre distintamente, l’eresia di Sabellio, per tacere le testimonianze di S. Atanasio ed il giudizio del Concilio Sardicese: e fa eziandio svanire le difficoltà dedotte dagli Scrittori enumerati dal Petavio2. A me però basta, che gli argomenti di quel dotto Domenicano e del Montfaucon vaglian soltanto a lasciare il fatto di Marcello nell’antica dubbiezza3 per verificare, che il Sig. Gibbon per iscreditare il partito Cattolico pone per indubitati dei fatti, che non lo sono. Ma quand’ancora si potesse provar chiaramente, che l’Ancirano sostenne il Sabellianismo, resterebbe pure

  1. Sec. IV. diss. 30.
  2. V. Bern. Montf. Diatriba de Causa Marcelli Ancyr. T. 2. Coll. Nov. PP. et Script. Graecor.
  3. Il Garner. Diss. ad Mart. Mercat. Opera T. III. p. 312 chiama la medesima causa difficile ed oscura.