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viveva ancora, ma era già stato privato d’un occhio; e l’afflitta sua madre ad ogni momento aspettava, che le fosse strappata quell’innocente vittima dalle braccia, per tranquillare col proprio sangue i sospetti del regnante Sovrano1.

Dopo la morte di Gioviano rimase il trono Romano per dieci giorni2 senza Signore. I Ministri ed i Generali continuarono ad unirsi in consiglio, ad esercitare le respettive loro funzioni, a mantener l’ordine pubblico, ed a condurre pacificamente l’esercito verso la città di Nicea nella Bitinia, che si era scelta per luogo della nuova elezione3. In una solenne adunanza delle civili e militari potestà dell’Impero, fu di

  1. Grisostomo Tom. I, p. 336. 344. Edit. Monfaucon. L’oratore Cristiano procura di confortare la vedova con esempj d’illustri avversità; ed osserva che fra nove Imperatori (includendovi Gallo Cesare) che avevan regnato al suo tempo, due soli (Costantino e Costanzo) eran morti di morte naturale. Tali vaghe consolazioni non hanno mai servito ad asciugare una lacrima.
  2. Sembra, che dieci giorni difficilmente potessero esser sufficienti per la marcia e per l’elezione. Ma possiamo osservare in primo luogo, che i Generali potevano ordinar l’uso speditivo delle pubbliche poste, per sè stessi, per i loro famigliari e per i messaggi; secondariamente, che le truppe marciavano, per comodo delle città, in più divisioni; e che la fronte della colonna poteva essere a Nicea, quando la retroguardia trovavasi ad Ancira.
  3. Ammiano XXVI. 1. Zosim. l. III. p. 198. Filostorg. l. VIII. c. 8. e Gotofred. dissert. p. 334. Filostorgio, il quale pare che avesse delle importanti ed autentiche notizie, attribuisce la scelta di Valentiniano al Prefetto Sallustio, al Generale Arinteo, a Dagalaifo Conte dei domestici, ed al patrizio Daziano, le pressanti raccomandazioni dei quali da Ancira ebbero una grande influenza nell’elezione.