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s’aprirono il passo per mezzo all’irresistente folla che empiva il palazzo, le strade e le porte di Marcianopoli, e montando sui loro cavalli, scomparvero in fretta dagli occhi degli stupefatti Romani. I Generali dei Goti vennero salutati dalle fiere, e liete acclamazioni del campo; immediatamente fu risoluta la guerra, e senza differire s’eseguì tale risoluzione: si spiegarono le bandiere della nazione, secondo l’uso dei loro antenati; e risuonò l’aria della terribile e lugubre musica della barbara tromba1. Il debole e reo Lupicino, che aveva osato di provocare, trascurato di distruggere, e che tuttavia presumeva di sprezzare il formidabile suo nemico, marciò contro i Goti alla testa di quella milizia, che potè raccogliere in tal subitanea occorrenza. I Barbari aspettarono che s’avvicinasse circa nove miglia in distanza da Marcianopoli, ed in quest’occasione si vide che l’abilità del Generale era di maggior efficacia che le armi e la disciplina delle truppe. Il valore dei Goti fu con tanta perizia diretto dal genio di Fritigerno, che in

  1. Vexillis de more sublatis, auditisque triste sonantibus classicis: Ammian. XXXI 5. Questi sono i rauca cornua di Claudiano (in Rufin. II. 57) i grossi corni dell’Uri, o del toro selvatico, quali si sono recentemente usati dai Cantoni Svizzeri d’Uri e d’Untervald (Simler de Republ. Hel. lib. II. p. 201 edit. Fuselin. Tigur. 1734). S’introduce delicatamente, sebben forse a caso, il loro corno militare in una original narrazione della battaglia di Nancy (dell’anno 1477): Attendant le combat le dit cor fut corné par trois fois, tant que le vent du corneur pouvoit durer, ce qui estbahit fort Monsieur de Bourgoigne; car dejà à Morat l’avoit ouy. (Vedi les Pieces justificat. nell’ediz. in 4. di Filippo di Comines Tom. III. p. 493).