Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano V.djvu/236

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232 storia della decadenza

riosa del loro Principe sul campo di battaglia lo salvò dai rimproveri del popolo, che sempre è disposto ad accusar la giustizia o la condotta d’una guerra infelice. Dopo questa segnalata vittoria, che assicurava la pace della Gallia, e sosteneva l’onore delle armi Romane, l’Imperator Graziano finse di procedere immediatamente alla sua spedizione orientale; ma giunto a’ confini degli Alemanni voltossi ad un tratto a sinistra, li sorprese coll’improvviso passaggio del Reno, ed arditamente avanzossi nel cuore del loro paese. I Barbari opposero al suo progresso gli ostacoli della natura e del coraggio; e continuarono sempre a ritirarsi da un colle all’altro, finattantochè dalle replicate prove restaron convinti della forza e della perseveranza dei loro nemici. Fu accettata la lor sommissione come un segno non già del sincero lor pentimento, ma dell’angustia, in cui allor si trovavano; e si volle dall’infedele nazione uno scelto numero di bravi e robusti loro giovani, come un pegno più sostanziale della futura loro moderazione. I sudditi dell’Impero, che avevano tante volte sperimentato che gli Alemanni non potevano esser soggiogati dalle armi, nè tenuti a freno dai trattati, non potevano promettersi alcuna solida e durevol tranquillità; ma nelle virtù del giovane loro Sovrano videro il prospetto di un lungo e prospero regno. Allorchè le legioni si rampicavano su pei monti, e scalavano le fortezze dei Barbari, si distingueva nelle prime file il valor di Graziano; e la dorata e variamente colorita armatura delle sue guardie era trafitta e lacerata dai colpi che avean ricevuti nel costante attaccamento alla persona del loro Sovrano. All’età di diciannove anni parve che il figlio di Valentiniano possedesse già i