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236 storia della decadenza

porre le armi o ad impiegarle solo in difesa dell’Impero, se assicurar poteva un tranquillo stabilimento a’ vaganti suoi nazionali nelle terre incolte della Tracia, ed una sufficiente quantità di grano e di bestiame. Aggiunse però, in un segreto colloquio di confidenziale amicizia, che gli esacerbati Barbari erano alieni da tali ragionevoli condizioni, e che Fritigerno stava in dubbio se potesse condurre a fine la conclusione del trattato, qualora egli non si trovasse sostenuto dalla presenza e dal terrore di un esercito Imperiale. Verso l’istesso tempo tornò dall’Occidente il Conte Ricomero ad annunziar la disfatta e la sommissione degli Alemanni, a far sapere a Valente che il suo nipote avanzavasi con rapide marce alla testa delle veterane e vittoriose legioni della Gallia; ed a richiedere in nome di Graziano e della Repubblica, che si sospendesse qualunque passo pericoloso e decisivo, finattantochè la congiunzione dei due Imperatori assicurasse il buon successo della guerra Gotica. Ma sul debole Sovrano dell’Oriente non agivano che le illusioni fatali della gelosia e dell’orgoglio. Sdegnò l’importuno avviso; rigettò l’umiliante soccorso; segretamente paragonò l’ignominioso o almeno non glorioso corso del proprio regno con la fama di un giovane imberbe; e corse al campo per innalzarsi un immaginario trofeo, prima che la diligenza del suo collega potesse aver parte veruna nei trionfi della battaglia.

Il nove d’Agosto, giorno che ha meritato d’avere luogo fra i più malaugurati del calendario Romano1,

  1. Ammiano (XXXI. 11, 13) è quasi solo a descrivere i consigli e le azioni che andarono a finire nella fatal bat-