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278 storia della decadenza

nemico di Teodosio. La malcontentezza di Massimo potè forse disporlo a censurar la condotta del suo Sovrano, e ad incoraggiare senza forse alcuna mira d’ambizione il mormorio delle truppe. Ma in mezzo al tumulto egli artificiosamente o modestamente ricusò di salire sul trono; e sembra che si prestasse qualche fede alla positiva sua dichiarazione, che fu costretto ad accettare il pericoloso dono della porpora Imperiale1.

Era però ugualmente pericoloso il ricusare l’Impero; e dal momento, in cui Massimo avea mancato alla fedeltà verso il legittimo suo Sovrano, ei non poteva sperar di regnare, e neppur di vivere, se limitava la sua moderata ambizione dentro gli angusti confini della Britannia. Con ardire e con prudenza risolvè di prevenire i disegni di Graziano; la gioventù dell’isola corse in folla a’ suoi stendardi, ed invase la Gallia con una flotta ed un esercito che lungo tempo dopo si rammentava come l’emigrazione d’una considerabil parte della nazione Britannica2. L’o-

  1. Sulpic. Sever. Dial. II. 7. Orosio l. VII. c. 34. p. 556. Ambidue riconoscono (Sulpicio era stato suo suddito) l’innocenza ed il merito d’esso. Egli è ben singolare, che Massimo sia stato trattato meno favorevolmente da Zosimo, parziale avversario del suo rivale.
  2. L’Arcivescovo Usserio (Antiq. Britann. Eccl. p. 107, 108) ha diligentemente raccolto le leggende dell’Isola e del Continente. Tutta l’emigrazione consisteva in 30000 soldati e 100000 plebei, che si stabilirono nella Brettagna. Le spose loro destinate, cioè S. Orsola con 11000 nobili Vergini, e 60000 plebee, sbagliarono la strada, preser terra a Colonia, e furono crudelissimamente trucidate dagli Unni. Ma le sorelle plebee vennero defraudate di tal onore: e quel che è più strano, Giovanni Tritemio pretende di far menzione dei figli di queste Vergini Britanniche.