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288 storia della decadenza

invece d’esser vinto, traeva forza e vigore dall’oppressione, essi presero il primo momento d’imperfetta libertà, che si ripresentò loro per la morte di Valente, e formarono una regolar congregazione, sotto la condotta di Pastore Episcopale. Basilio e Gregorio Nazianzeno1, ambidue nativi di Cappadocia, eran distinti sopra tutti i loro contemporanei2 per la rara unione di profana eloquenza e d’ortodossa pietà. Questi Oratori, che arrivarono alle volte a paragonarsi da se stessi e dal Pubblico ai più celebri degli antichi Greci, erano uniti fra loro coi vincoli della più stretta amicizia. Essi avevan coltivato con uguale ardore i medesimi studi liberali nelle scuole d’Atene; s’erano ritirati con ugual divozione alla solitudine stessa nei deserti del Ponto; e pareva totalmente spenta ogni scintilla d’emulazione o d’invidia nei santi ed ingenui petti di Gregorio e di Basilio. Ma l’esaltazione di Basilio da una vita privata alla sede Archiepiscopale di Cesarea, scuoprì al Mondo, e forse a lui medesimo l’orgoglio del suo carattere; ed il primo favore, che egli condiscese a fare al suo amico, fu preso per un

  1. Io mi confesso altamente obbligato alle due vite di Gregorio Nazianzeno, composte, con molto diverse mire dal Tillemont (Mem. Eccles. Tom. IX. p. 305-560, 695-741) e dal Le Clerc. (Bibliot. Univ. Tom. XVII. p. 1. 128).
  2. A meno che Gregorio Nazianzeno non abbia fatto l’error di trent’anni nella sua propria età, egli era nato, ugualmente che Basilio, suo amico, circa l’anno 329. L’anticipata cronologia di Suida si è ricevuta favorevolmente, perchè toglie lo scandalo, che il padre di Gregorio, ancor egli santo, generasse figli dopo d’esser divenuto Vescovo (Tillemont Mem. Eccles. Tom. IX. p. 693-769).