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rio si sottomise con ripugnanza a tal umiliante esilio; fu ordinato Vescovo di Sasima; solennemente però si protesta di non aver mai consumato il suo spiritual matrimonio con questa disgustante sposa. In seguito consentì a prendere il governo della nativa sua Chiesa di Nazianzo1, di cui suo padre era stato Vescovo più di quarantacinque anni. Ma siccome conosceva bene di meritare un’altra udienza ed un altro teatro, accettò con lodevole ambizione l’onorevole invito, che gli fu fatto dal partito ortodosso di Costantinopoli. Arrivato che fu Gregorio nella Capitale, fu alloggiato in casa d’un pio e caritatevole congiunto; si consacrò agli usi del Culto religioso la stanza più grande, e le si diede il nome d’Anastasia per esprimere la risurrezione della Fede Nicena. Questo privato oratorio fu dipoi convertito in una magnifica Chiesa; e la credulità dei posteriori tempi era già disposta a dar fede ai miracoli ed alle visioni, che attestavano la presenza o almeno la protezione della Madre di Dio2. Il pulpito dell’Anastasia fu il teatro delle fatiche e dei trionfi di Gregorio Nazianzeno; e nello spazio di due anni egli provò tutte le spirituali avventure, che formano la prospera o contraria

  1. Si è reso immortale da Gregorio il nome di Nazianzo, ma si fa menzione della sua patria sotto il nome Greco o Romano di Diocesarea da Tillemont (Memoir. Eccles. T. IX. p. 692), da Plinio (VI. 3), da Tolomeo e da Ierocle (Itin. Wesseling p. 709 ). Sembra che fosse situata sul confine dell’Isauria.
  2. Vedi Du Cange Const. Christ. l. IV. p. 141. 142. La Θεια δυναμις Divina forza di Sozomeno (l. VII. c. 5) viene interpretata per Maria Vergine.