Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano V.djvu/298

Da Wikisource.
294 storia della decadenza

dine di persone di ambedue i sessi e d’ogni età, che affollavasi per le strade, alle finestre e su’ tetti delle case; udì la tumultuosa voce della rabbia, del cordoglio, dello stupore e della disperazione; e Gregorio confessa ingenuamente, che nel memorabil giorno della sua installazione, la Capital dell’Oriente avea l’apparenza d’una città presa d’assalto, e caduta nelle mani d’un Barbaro conquistatore1. Circa sei settimane dopo, Teodosio dichiarò la sua risoluzione di scacciare da tutte le Chiese dei propri Stati i Vescovi ed i Cherici, che avesser ostinatamente ricusato di credere o almeno di professar la dottrina del Concilio di Nicea. Sapore, suo Luogotenente, fu armato degli ampli poteri d’una legge generale, d’una special commissione e d’una forza militare2; e tal ecclesiastica rivoluzione fu condotta con tanto discernimento e vigore, che stabilissi la religione dell’Imperatore senza tumulto o spargimento di sangue in tutte le Province Orientali. Se si fosser lasciati sussistere gli scritti degli Arriani3, conterrebbero essi forse la dolente

  1. Vedi Gregor. Naz. Tom. II. de vita sua p. 21. 22. Il Vescovo di Costantinopoli, per istruzione della posterità, fa menzione di uno stupendo prodigio. Nel mese di Novembre era una mattinata nuvolosa; ma quando la processione entrò in Chiesa, comparve il Sole.
  2. Fra i tre storici Ecclesiastici, il solo Teodoreto (l. V. c. 2) ha rammentato quest’importante commissione di Sapore, che il Tillemont (Hist. des Emper. Tom. V. p. 728) ha giudiziosamente trasferito dal regno di Graziano a quello di Teodosio.
  3. Io non fo conto di Filostorgio, quantunque faccia egli menzione dell’espulsion di Damofilo (I. c. 19). L’Istorico Eunomiano si è diligentemente fatto passare per un crivello cattolico.