Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano V.djvu/311

Da Wikisource.

dell'impero romano cap. xxvii. 307

metodo i barbari attentati della persecuzione nel Santo Uffizio, che assegna la distinta sua parte alla potestà ecclesiastica ed alla secolare. La vittima, condannata regolarmente, si consegna dal sacerdote al magistrato, e dal magistrato all’esecutore; e l’inesorabil sentenza della Chiesa, che dichiara la spiritual colpa del reo, vien espressa nel dolce linguaggio della pietà e dell’intercessione.

[A. 374-397] Fra gli Ecclesiastici, che illustrarono il regno di Teodosio, Gregorio Nazianzeno era distinto per l’abilità d’eloquente predicatore; la fama di doni miracolosi accresceva peso e dignità alle virtù monastiche di Martino di Tours1; ma giustamente si pretendeva la palma dell’Episcopal vigore e capacità dall’intrepido Ambrogio2. Discendeva egli da una nobil famiglia Romana; suo padre aveva esercitato l’importante uffizio di Prefetto del Pretorio della Gallia; e ben presto, dopo aver atteso agli studi d’una liberal educazione, giunse nella regolar carriera degli onori civili al posto di Consolare della Liguria, Provincia, che includeva l’Imperial residenza di Milano. All’età di trentaquattro anni, ed avanti che avesse ricevuto il Sacramento del Battesimo, Ambrogio con

  1. La vita di S. Martino, ed i dialoghi intorno a’ suoi miracoli, contengono fatti adattati alla più grossolana ignoranza, in uno stile non indegno del secolo d’Augusto. È così naturale la connessione fra il buon gusto ed il buon senso, che mi fa sempre stupore questo contrasto.
  2. La breve e superficial vita di S. Ambrogio, scritta da Paolino suo Diacono (Append. ad edit. Bened. p. I. XV) ha il pregio d’una testimonianza originale. Il Tillemont (Mem. Eccles. Tom. X. p. 78-306) e gli Editori Benedettini (p XXXI-LXIII) vi hanno lavorato con la solita lor diligenza.