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vano ad esso una varia e splendida pittura della vita umana; ed è stato particolarmente osservato, che quando leggeva i crudeli fatti di Cinna, di Mario, o di Silla, esprimeva con gran forza l’odio generoso che aveva per quei nemici dell’umanità e della libertà. Egli si serviva utilmente della propria spassionata opinione intorno agli avvenimenti passati, come di regola per le sue azioni; ed ha meritato questa singolar lode, che pare che le sue virtù siansi allargate con la sua fortuna: il tempo della prosperità era per lui quello della moderazione, ed apparve più cospicua la sua clemenza dopo il pericolo ed il buon successo della guerra civile. Nel primo calore della vittoria, si trucidarono le guardie Mauritane del Tiranno, ed un piccol numero dei più colpevoli soggiacque alla pena della legge. Ma l’Imperatore si dimostrò molto più attento a sollevar l’innocente, che a gastigare il reo. I sudditi oppressi dell’Occidente, che si sarebbero stimati felici al solo ricuperare le proprie terre, furon sorpresi al ricever che fecero una somma di denaro equivalente alle loro perdite; e la generosità del vincitore protesse la vecchia madre, ed educò le orfane figlie di Massimo1. Un carattere così virtuoso potrebbe quasi scusare la stravagante supposizione dell’Oratore Pacato, che se al vecchio Bruto fosse stato permesso di tornare sulla terra avrebbe quel rigido Repubblicano deposto a’ piè di Teodosio l’odio che nutriva pei Re; ed avrebbe ingenuamente confes-

  1. Ambrog. Tom. II. epist. 40. p. 955. Pacato, per mancanza di cognizione o di coraggio, tralascia questa gloriosa circostanza.