Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano V.djvu/430

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quod multi ipsorum . . . in quibus sacrilegiis viverent eorumdem confessione patefactum est = . Sicut proxima eorum confessione patefactum est ut animi, ita et corporis pollutione laetantur1, = e per imporre un eterno silenzio all’importante bisbiglio della malignità, ne fece spargere gli atti per tutti i Vescovadi d’Italia2. Onde quando noi non avessimo altra testimonianza che quella di S. Leone intorno agli errori, ed alla condotta dei Priscillianisti, e fosse del tutto improbabile, che sotto il nome di Manichei quelli ancora si comprendessero, ragion vorrebbe tuttavolta, che noi giudicassimo, non aver lui senza esame diligentissimo accusato i Priscillianisti, come non osò di accusare i Manichei. Ma poichè una congettura sì forte viene autenticata dal fatto, siccome è evidente dalla lettera di quel S. Pontefice a Turibio di Astorga intorno ai Priscillianisti propriamente detti3; cesseranno, a mio credere, le meraviglie che Tillemont abbia ingojate come un fanciullo le scandalose calunnie d’Agostino, e Leone, tanto più che le osservo ingojate con pari facilità, non vi dirò dal Baronio4, da Graveson5, da Natale Alessandro6, da Fleury7, da

  1. Serm. 4 de Nativ. C. 4. Serm. 2 de Pentec. C. 2. V, Cacciar. de Manich. haeres. Cap. 7 e 9. Exercit. de Priscill. haeres.
  2. Epist. ad. Episc. Ital. — Ad instructionem vestram ipsa acta direximus, quibus lectis omnia quae a nobis reprehensa sunt nosse poteritis. 8. Ap. Quesnel. al. 11. Cap. 1.
  3. Ep. 15 ac Turrib. Asturic. C. 4 — qui sicut in nostro examine detecti atque convicti per omnia sint a nostra fidei unitate discordes. '
  4. Ann. T. 4 p. 359 etc.
  5. T. 1. H. E. p. 301. 302. Romae 1717.
  6. T. 4. Sec. 4. Art. 17.
  7. T. 4. Hist. Ec. Ed. Bruxell. p. 384. etc.