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Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano V.djvu/94

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90 storia della decadenza

Re dei Re, insultando alla maestà di Roma, pose il diadema sul capo all’abbietto suo vassallo Aspacura. La città d’Artogerassa1 fu l’unico luogo dell’Armenia, che ardisse resistere allo sforzo delle sue armi. Il tesoro depositato in quella forte rocca tentava l’avarizia di Sapore; ma il pericolo d’Olimpiade, moglie o vedova del Re d’Armenia, eccitò la pubblica compassione, ed animò il disperato valore dei sudditi e soldati di essa. I Persiani furon sorpresi e rispinti sotto le mura d’Artogerassa da una coraggiosa e ben concertata sortita che fecero gli assediati. Ma di continuo si rinnovavano ed accrescevan le forze di Sapore; s’esaurì finalmente il disperato coraggio della guarnigione; cederono all’assalto le mura; e l’altiero vincitore, dopo d’aver messo a ferro e fuoco la ribelle città, condusse via schiava una sfortunata Regina, che in un più prospero tempo era stata destinata per isposa del figlio di Costantino2. Se però Sapore trionfava già della facil conquista di due dipendenti regni, presto s’accorse che non può dirsi soggiogato un paese, fin tanto che infierisce negli animi del popolo uno spirito d’ostilità e di contumacia. I Satrapi, ai quali fu egli costretto d’affidarsi, abbracciaron la prima occasione che ebbero di riguadagnar l’affezione dei loro compatriotti, e di segnalare l’odio immortale che portavano al nome Persiano.

  1. Forse Artagera o Ardis, sotto le mura di cui restò ferito Cajo nipote d’Augusto. Questa fortezza era situata sopra Amida, vicino ad una delle sorgenti del Tigri. Vedi Danville Geogr. anc. Tom. II. p. 106.
  2. Il Tillemont (Hist. des Emper. Tom. V. pag. 701) prova colla cronologia, che Olimpia deve essere stata madre di Para.