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10 | storia della decadenza |
di un favorevole evento; la sua fiducia s’accrebbe per le solenni assicurazioni ed i perfidi giuramenti del Presidente, che ardì mescolarvi il sacro nome di Teodosio medesimo, e l’infelice padre s’indusse finalmente a richiamare con una privata lettera il fuggitivo Procolo. Questi fu immediatamente arrestato, sottoposto all’esame, condannato e decapitato in uno dei sobborghi di Costantinopoli con una precipitazione che sconcertò la clemenza dell’Imperatore. Senza rispettar le disgrazie di un Senator Consolare, i crudeli giudici di Taziano lo costrinsero a rimirare l’esecuzione del suo figlio: era già stata posta al collo di lui stesso la corda fatale: ma nel momento, in cui aspettava, e forse desiderava il sollievo di una pronta morte, gli fu permesso di passare il misero avanzo di sua vecchiezza nella povertà e nell’esilio1. La pena dei due Prefetti si poteva per avventura scusare con le parti riprensibili di lor condotta; poteva palliarsi l’inimicizia di Ruffino con la gelosa ed insociabil natura dell’ambizione. Ma egli si lasciò trasportare da uno spirito di vendetta ugualmente contrario alla prudenza, che alla giustizia, quando tolse al natìo loro paese di Licia il grado di provincia Romana; notò un innocente popolo di una marca d’ignominia; e dichiarò che i concittadini di Taziano e di Procolo dovessero per sempre restare
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Juvenum rorantia colla
Ante patrum vultus stricta cecidere securi.
Ibat grandaevus nato moriente superstes
Post trabeas exul . . . . In Ruffin. I. 248.I fatti di Zosimo spiegano le allusioni di Claudiano; ma i principali suoi interpreti non conoscevano la storia del quarto secolo. Io trovo coll’aiuto del Tillemont la fatal corda in un discorso di S. Asterio d’Amasea.