Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VI.djvu/189

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dell’impero romano cap. xxxi. 183

Mentre la cavalleria Gotica spargeva il terrore e la desolazione lungo le coste marittime della Campania e della Toscana, la piccola isola del Giglio (Igilium) divisa per mezzo d’uno stretto canale dal promontorio Argentario, rispinse o deluse gli ostili lor tentativi, e ad una sì piccola distanza da Roma un gran numero di cittadini trovò un sicuro ricovero nei folti boschi di quella separata regione1. I vasti patrimoni, che molte famiglie Senatorie possedevano in Affrica, le invitavano, se avevan tempo e prudenza, a scampare dalla rovina della patria, e ad abbracciare il rifugio di quell’ospitale Provincia. La più illustre fra tali fuggitivi fu la pia e nobile Proba2 vedova del

  1. Eminus Igilii sylvosa cacumina miror,
         Quem fraudare nefas laudis honore suae.
    Haec proprios nuper tutata est insula saltus,
         Sive loci ingenio, seu Domini genio.
    Gurgite cum modico victricibus obstitit armis,
         Tamquam longinquo dissociata mari.
    Haec multos lacera suscepit ab urbe fugatos,
         Hic fessis posito certa timore salus.
    Plurima terreno populaverat aequora bello,
         Contra naturam classe timendus eques,
    Unum, mira fides, vario discrimine portum!
         Tam prope Romanis, tam procul esse Getis.

    Rutil., In itiner. l. I. 325. L’Isola presentemente si chiama Gigio, Vedi. Cluver., Ital. antiq. l. II. p. 502.

  2. Come le avventure di Proba e della sua Famiglia son connesse con la vita di S. Agostino esse vengono diligentemente illustrate dal Tillemont (Mem. Ecclesiast. Tom. XIII. p. 620-635). Qualche tempo dopo il loro arrivo in Affrica, Demetriade prese il sacro velo, e fece voto di virginità; fatto, che fu risguardato come della massima importanza per Roma e pel Mondo. Tutti i Santi le scrissero lettere di congratulazione; sussiste ancora quella di Girolamo (Tom. I. p. 62