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212 storia della decadenza

colo dell’Era Cristiana le città d’Emerita o Merida, di Cordova, di Siviglia, di Bracara, di Tarragona si contavano fra le più illustri del Mondo Romano. Le varie produzioni del regno animale, vegetabile e minerale, migliorate e lavorate dall’arte d’un industrioso popolo, ed i particolari vantaggi delle provvisioni navali contribuivano a sostenere un esteso e profittevol commercio1. Vi fiorivan le arti o le scienze sotto la protezione degl’Imperatori, e se il carattere degli Spagnuoli s’era indebolito per causa della pace e della servitù, l’ostile avvicinamento dei Germani, che avevano sparto il terrore e la desolazione dal Reno fino ai Pirenei, parve che riaccendesse in loro qualche scintilla dell’ardor militare. Finattantochè la difesa delle montagna fu affidata alla robusta e fedel milizia del paese, questa rispinse con buon successo i frequenti attacchi dei Barbari. Ma tosto che le truppe nazionali dovettero cedere il posto ai soldati Onoriani, al servizio di Costantino, le porte della Spagna furono perfidamente aperte al pubblico nemico, circa dieci mesi prima del sacco di Roma fatto da’ Goti2. La

  1. Senza ricorrere a più antichi Scrittori, io citerò tre rispettabili testimoni, che appartengono al quarto ed al settimo secolo cioè l’Expositio totius mundi (pag. 16 nel III volume dei Geografi Minori di Hudson). Ausonio (de Claris urbibus p. 242 edit. Toll.), ed Isidoro di Siviglia (Praef. ad Chron. ap. Grot. Hist. Goth. p. 707). Posson trovarsi molte particolarità relative alla fertilità ed al commercio della Spagna presso Nonnio Hispania illustrata, ed Huet Hist. du Commerce des anciens c. 40. p. 228-234.
  2. Tal data si fissa esattamente nei Fasti, e nella Cronica d’Idazio. Orosio (lib. VII. c. 40 p. 578) attribuisce la perdita della Spagna al tradimento degli Onoriani, mentre Sozomeno (l. IV. c. 12) gli accusa soltanto di negligenza.