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dell’impero romano cap. xxxi. | 225 |
mente accordarono l’indipendenza di quella remota Provincia, tal separazione non fu amareggiata colla taccia di tirannia o di ribellione; ed ai diritti di fedeltà e di protezione successero i vicendevoli o volontari ufizi di nazionale amicizia1.
[A. 409-449] Questa rivoluzione disciolse l’artificiosa fabbrica del governo civile e militare; e per il corso di quarant’anni, fino alla discesa de’ Sassoni, l’indipendente paese fu governato dall’autorità del Clero, de’ Nobili, e delle città Municipali2. I. Zosimo, che solo ci ha conservato la memoria di questo singolar avvenimento, con grande accuratezza osserva, che le lettere d’Onorio furono indiritte alle città della Britannia3. Sotto la protezione de’ Romani si erano edificate in varie parti di quella gran Provincia novantadue considerabili città; e fra queste trentatre si distinguevano sopra le altre per l’importanza ed i maggiori privilegi che avevano4. Ciascheduna di queste città, come in tutte
- ↑ Beda non ha dimenticato l’accidentale soccorso delle legioni contro gli Scotti ed i Pitti; ed in seguito si daranno più autentiche prove, che gl’indipendenti Brettoni levarono 12,000 uomini per servizio dell’Imperatore Antemio nella Gallia.
- ↑ Un dovere verso me stesso, e verso la verità storica mi obbliga a dichiarare, che in questo paragrafo alcune circostanze non son fondate che sulla congettura e l’analogia. L’inflessibilità della nostra lingua mi ha talvolta forzato a deviare dal modo condizionale all’indicativo.
- ↑ Προς τας εν Βρεταννια πολεις (alle città della Britannia) Zosim. l. VI. p. 383.
- ↑ Due città della Britannia erano Municipia, nove Coloniae, dieci Latii Jure donatae, dodici stipendiariae di classe superiore. Queste particolarità sono prese da Riccardo di Cirencester (de situ Britanniae p. 36). E quantunque non possa parer probabile, ch’egli traesse tali notizie dal Manoscritto di