Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VI.djvu/276

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da Costantino fino a Lutero, così debbe ancora conchiudersi, che le solenni promesse di Gesù Cristo di esser co’ suoi discepoli fino alla consumazione dei secoli, e di non permettere, che le porte infernali giammai prevalessero contro la Chiesa, furono di una molto breve durata, ed andarono in fumo ben presto. Lo che sarebbe una bestemmia esecranda.

Felici Voi, se ritornando alla Patria, come ben tosto avverrà, essendo uno oramai Sacerdote, e l’altro Suddiacono, poteste indurre i Protestanti vostri fratelli ad avere un miglior concetto della colonna, e della saldissima base del vero in materia di Religione. Mostrate ad essi con S. Ireneo1, che pur dovrebbono rispettare, come coloro, qui relinquunt praeconium Ecclesiae, imperitiam sanctorum Presbyterorum arguunt, non contemplantes quanto pluris sit idiota religiosus a blasphemo, et IMPUDENTE SOPHISTA.

    e quante variazioni! È egli questo il carattere della verità! V. la Perpet. de la Foy T. 1. e T. 5. al luog. cit. Una innovazione, ed una innovazione superstiziosa e pagana poteva ella esprimersi con questi termini? „Iidem (Praesides Provinciarum) Martyrum festos dies jussu Principii OBSERVABANT. Euseb., in Vit. Const. Lib. IV. c. 23. Eorum (Martyrum sepulchra celebrare, et PRECES ibi votaque nuncupare, et beatas illorum animas venerari CONSUEVIMUS: idque a nobis MERITO fieri statuimus. Il med. Euseb., Praep. Evangel. Lib XIII. c. II. Una innovazione superstiziosa e pagana, può mai autorizzarsi dai Concilj Ecumenici? Nel Conc. Calced. Act. XI esclamarono i Padri = ecce ultio, ecce VERITAS: Flavianus post mortem vivit, Martyr pro nobis oret. Lab. Lutet. Paris. Tom. 4. P. 697. Tralascio come sospetto il Capit. 7. del VI. Conc. Gener. Tom. 6. p. 205., rimettendovi agli Atti del Niceno II. Tom. VII.

  1. Lib. V, Cap. 20. Contr. Haeres. pag. 317. T. I. Ed. di Ven. de’ Bened.