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un vittorioso popolo accompagnarono, dal porto alla Cattedrale, il trionfo dell’Arcivescovo, che troppo facilmente acconsenti a riprender l’esercizio delle sue funzioni, prima che la sentenza pronunziala contro di lui, legittimamente si revocasse dall’autorità d’un Ecclesiastico Sinodo. Il Grisostomo, non sapendo o non curando l’imminente pericolo, secondò il suo zelo, e forse il suo risentimento, declamò con particolare asprezza contro i vizi delle donne, e condannò i profani onori, che si rendevano, quasi nel recinto di S. Sofia, alla statua dell’Imperadrice. Tal imprudenza tentò i suoi nemici ad infiammare l’altiero spirito di Eudossia con riferire, o forse inventare questo famoso esordio d’un discorso: „Erodiade è di nuovo furiosa. Erodiade nuovamente balla., essa un’altra volta richiede il capo di Giovanni„: insolente allusione che era impossibile che essa e come Donna e come Sovrana mai perdonasse1. Fu impiegato il breve intervallo d’una perfida tregua a concertare più efficaci misure per la disgrazia e la rovina dell’Arcivescovo. Un numeroso Concilio di Prelati orientali, che eran guidati in distanza dal parer di Teofilo, confermò la validità senza esaminar la giustizia della prima sentenza, e fu introdotto nella città un distaccamento di truppe Barbare per sopprimere le commozioni del Popolo. Nella vigilia di Pasqua fu tumultuosamente interrotta la solenne amministrazion del Battesimo da’ soldati, che sbi-

  1. Vedi Socrate (l. VI. c. 18)., Sozomeno (l. VIII. c. 10). Zosimo (L. V. p,. 324, 327) fa menzione in termini generali delle sue invettive contro Eudossia. Vien rigettata come spuria l’Omilia, che principia con quelle parole; Montfaucon Tom. XII. p. 251. Tillemont Mem. Eccl. Tom. XI. p. 603.