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310 storia della decadenza

gettatosi prostrato sopra la cassa, implorò dall’ingiuriato Santo in nome de’ colpevoli suoi genitori, Arcadio ed Eudossia, il perdono1.

Si potrebbe però aver qualche ragionevole dubbio, se alcuna macchia di colpa ereditaria fosse passata da Arcadio nel suo successore. Eudossia era una donna giovane e bella, che secondava le sue passioni, e disprezzava il marito. Il Conte Giovanni godeva, almeno, la famigliar confidenza dell’Imperatrice, ed il pubblico lo risguardava come il vero padre di Teodosio il Giovane2. Ciò non ostante, la nascita d’un figlio fu accettata dal pio marito, come un successo il più fortunato ed onorevole per se stesso, per la sua famiglia, e pel Mondo Orientale; ed il Reale Infante, con una distinzione senza precedent’esempio, fu investito dei titoli di Cesare e d’Augusto. In meno di quattro anni dopo, Eudossia, nel fiore della gioventù, perì per le conseguenze d’una cattiva condotta; e questa intempestiva morte sconcertò la profezia di un Santo Vescovo, il quale in mezzo all’universal gioia,

  1. Secondo alcuni racconti (Baron. Annal. Eccles. an. 438. n. 9, 10) l’Imperatore fu costretto a mandare una lettera d’invito e di scuse, prima che il corpo del ceremonioso Santo potesse muoversi da Comana.
  2. Zosimo L. V. p. 315. Non dovrebbe accusarsi la castità d’un’Imperatrice, senza produrne un testimone; ma è sorprendente, che tal testimone scrivesse e vivesse sotto un Principe, di cui osava d’attaccare la legittimità. Noi dobbiamo supporre, che tal’Istoria fosse un libello di partito, che si leggesse in segreto, e circolasse fra’ Pagani. Il Tillemont (Hist. des Emper. Tom. V. p. 782) non è alieno dall’infamar la riputazione d’Eudossia.