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la proposizione d’una stretta alleanza, e coll’offerta d’un vantaggioso e perpetuo stabilimento.

[A. 428] Dopo la ritirata de’ Goti, l’autorità d’Onorio si era precariamente ristabilita nella Spagna; eccettuata solamente la Provincia della Galizia dove gli Svevi ed i Vandali avevan fortificato i lor campi in mutua discordia, ed in ostile indipendenza. I Vandali prevalsero; ed i loro nemici erano assediati ne’ colli Nervasi fra Leone ed Oviedo; allorchè l’approssimarsi del Conte Asterio costrinse, o piuttosto provocò i vittoriosi Barbari a trasferir la scena della guerra nella pianura della Betica. Il rapido progresso de’ Vandali tosto richiese una più efficace opposizione; ed il Generale Cestino marciò contro di loro con un numeroso esercito di Romani e di Goti. Vinto Castino in battaglia da un nemico inferiore di forze, fuggì vergognosamente a Tarragona; e questa memorabil disfatta, ch’è stata rappresentata come la pena della temeraria sua presunzione1, ne fu poi probabilmente l’effetto. Siviglia e Cartagena divennero il premio, o piuttosto la preda de’ feroci conquistatori; ed i vascelli, ch’essi trovarono nel porto di Cartagena, facilmente li poterono trasportare alle isole di Maiorca, e di Minorca, dove i fuggitivi Spagnuoli avevano inutilmente nascosto, come in un sicuro asilo, le loro famiglie e sostanze. L’esperienza della navigazione, e forse il prospetto

  1. Vedi le Croniche di Prospero e d’Idazio. Salviano (de Gubern. Dei l. VII. p. 246. Par. 1608) attribuisce la vittoria de’ Vandali alla superiore loro pietà. Essi digiunarono, pregarono, portaron la Bibbia alla testa dell’esercito, con intenzione forse di rinfacciar la perfidia ed il sacrilegio ai loro nemici.