Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VI.djvu/349

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dell'impero romano cap. xxxiii. 343

ottanta Chiliarchi, o Comandanti di mille soldati, il fallace aumento de’ vecchi, de’ fanciulli, e degli schiavi avrebbe appena fatto crescere la sua armata fino al numero d’ottantamila persone1. Ma la sua destrezza, ed i malcontenti dell’Affrica tosto aumentarono le forze de’ Vandali, mediante l’aggiunta di numerosi ed attivi alleati. Le parti della Mauritania, che confinano col gran deserto e col mare Atlantico, erano piene d’una feroce ed intrattabile razza di uomini, l’indole selvaggia de’ quali s’era inasprita piuttosto, che mitigata dal timore che aveano delle armi Romane. I vagabondi Mori2 a misura che appoco appoco ardivano d’accostarsi al lido del mare ed al campo de’ Vandali, dovettero risguardar con terrore e sorpresa l’abito, l’armatura, il marziale orgoglio e la disciplina degli incogniti stranieri, ch’erano sbarcati sulla lor costa; e le belle carnagioni degli occhi-azzurri guerrieri della Germania facevano un contrasto ben singolare col bruno

  1. Si confronti Procopio (de Bell. Vand. l. 1. c. 5, p. 190) con Vittore Vitense (de persecut. Vand. l. 1. c. 1. p. 3. Edit. Ruinart). Siamo assicurati da Idazio, che Genserico abbandonò la Spagna cum Vandalis omnibus, eorumque familiis; e Possidio (in vit. August. c. 28. ap. Ruinart. p. 427) descrive la sua armata, come, manus ingens immanium gentium Vandalorum et Alanorum commixtam secum habens Gothorum gentem, aliarumque diversarum personas.
  2. Quanto a’ costumi de’ Mori vedi Procopio (de Bell. Vandal. l. 2. c. 6. n. 249), quanto alla figura e carnagione di essi il Buffon (Hist. natur. Tom. III. p. 430), Procopio dice in generale, che i Mori s’erano uniti a’ Vandali avanti la morte di Valentiniano (de Bell. Vandal. l. 1. c. 5. p. 190) ed è probabile, che le indipendenti Tribù non abbracciassero alcun sistema uniforme di politica.